Più volte abbiamo detto che l’Istituto è arrivato ai cento anni grazie ai Benefattori. Dovremmo farne un lungo elenco, con il rischio di dimenticare qualcuno. Una cosa è certa: chi ha beneficato questo Istituto, come ci dice il vangelo “ha ricevuto il doppio”.
Dalla anonima Signora del 1914 che passava nei negozi a chiedere qualcosa per i “deficienti” agli ultimi benefattori tra cui Giacomo Cagliero che per sua volontà e grazie alla moglie Marisa in nel 2014 il nostro Istituto ha ammodernando il mobilio secondo le attuali norme, ed ha installato un impianto di pannelli fotovoltaici.
Con il rischio che corriamo nel dimenticare sicuramente qualcuno elenchiamo di seguito:
Montù Orsola ved, Tallone – Giuseppe Crosetto – Barolo Caterina Porta – Grasso Andrea – Bedino Giovanna – Canonico Avetta Rinaldo – Paglieri Arturo e Amalia – Bruno Petronilla – Arese Anna Maria – Rovere Giacomo – Panero Bernardino – Barale Nicola – Brizio Adelaide – Vallero Laura – Allietta Maria Cecilia – Barale Nicola – Cagliero Giacomo e sua moglie Marisa – Riorda Clara
Fin dai primi anni l’Istituto ha ricevuto offerte , eredità e donazioni da parecchi benefattori fossanesi. In occasione della festa di S. Giovenale vengono esposti i quadri dei Benefattori che hanno in qualche modo beneficiato gli Enti Assistenziali fossanesi. L’Istituto monsignor Signori ne espone ben 62, con date che vanno dal 1915 al 1985.
Tra coloro che da tempo in qualche modo beneficiano il nostro Istituto, ricordiamo la famiglia Gunetto legato ad un fatto realmente accaduto, che vogliamo raccontare. Nell’autunno del 1943 , con l’Italia in guerra, il comando fascista tedesco requisì tutti gli autobus della zona per adibirli al trasporto dei soldati. Ricorda Emilio Gunetto:
“In quel tempo mio padre aveva sette corriere ,come venivano chiamate, cinque erano già state requisite. Mio padre disperato voleva almeno salvarne due, va in Istituto da madre Adriana, un consulto con monsignor Borra e le due corriere trovano posto in Istituto dietro la stalla, nel pagliaio ben riparate. Io piccolo, da allora cominciai a frequentare l’Istituto, quasi per istinto lì era nascosto il lavoro della mia vita. Tutti i giorni correvo all’Istituto, sia per ricevere qualcosa da Madre Adriana, sia per farmi medicare le tante sbucciature alla ginocchia. Arrivò il giugno del 1945, mio padre ricuperò le due corriere e riprese il servizio sulla linea Bra – Cuneo. Da quel giugno 1945 mio padre mi dichiarò che tutti gli anni si dovevano portare i ragazzi dell’Istituto in gita . E così avvenne. La prima gita Santuario Madonna dei fiori a Bra, messa celebrata da monsignor Borra, pranzo preparato da Suor Maurina. Il mio legame con l’istituto? ho passato l’infanzia , ero coccolato dalle Suore, mi divertivo con gli Ospiti, c’era molto spazio, coltivazioni, frutta, tutto quello attirava la mia attenzione da ragazzino.”